Boldrini Arrigo detto Bulow e l'eccidio di Codevico. Vorrei far conoscere meglio a chi legge la storia di un individuo di nome Arrigo Boldrini (1915-2008), che è stato il comandante della 28ma brigata Garibaldi “Mario Gordini” nel 1945, con lo pseudonimo di “compagno Bulow”, oltre che Presidente “onorario” dell’Anpi. ![]() Nel 1943 rientrò in Italia, per una licenza di convalescenza, e aderì al movimento clandestino del PCI, e dopo l’8 settembre entrò nella Resistenza romagnola, passando quindi da “camicia nera” a “comunista” ! La storiografia “ufficiale” a questo punto, evita accuratamente di raccontare quante e quali nefandezze siano ascrivibili ad Arrigo Boldrini durante la carriera partigiana che lo portò a raggiungere i vertici della famigerata Brigata Garibaldi. Tra i suoi crimini spicca quello per cui, in evidente delirio di onnipotenza, si arrogò il diritto, a guerra finita, di “prelevare” ed arrestare nella zona di Codevigo (Padova) centinaia di fascisti o presunti tali che avevano ripreso le loro normali attività alla fine del conflitto, e che quindi godevano dello "status" di civili. Queste persone (235, di cui 114 identificate) furono poi torturate e seviziate con ferocia inaudita, a gruppi, lungo le rive del Brenta e del Bacchiglione. ![]() Le vittime, che furono ritenute colpevoli di aver aderito alla Repubblica Sociale Italiana, furono ammassate a Codevigo e successivamente seviziate e orrendamente mutilate, oltre che depredate di ogni loro avere, per essere poi fucilate lungo gli argini dei fiumi Brenta e Bacchiglione. Molti dei corpi caduti in acqua furono trasportati lontano dalla corrente, verso la foce, mentre altri furono invece issati su carretti e scaricati poi nei pressi dei vari cimiteri della zona. Altri ancora furono seppelliti sbrigativamente. I partigiani comunisti e assassini avevano l’abitudine di istituire anche processi sommari (illegali a guerra finita) in cui, spesso per motivi di rancore e odio personali, venivano emessi verdetti di condanna, sotto lo sguardo compiacente di Arrigo Boldrini. Durante le indagini il Pretore di Piove di Sacco scattò numerose fotografie, a testimonianza futura delle immani dimensioni dell’eccidio, così come fece anche il medico condotto di Codevigo, Enrico Vidali. I sopravvissuti alle fucilazioni fornirono ulteriori testimonianze dell’eccezionale massacro perpetrato dai partigiani comunisti assassini contro vittime civili. I testimoni oculari rilasciarono dichiarazioni sui fatti accaduti a Gianfranco Stella che le pubblicò nel suo libro “Compagno mitra – Saggio sulle atrocità partigiane”. L’autore fu denunciato da un gruppo di partigiani appartenenti all’ANPI, timorosi del fatto che la verità venisse a galla, ma dopo lunghe vicissitudini giudiziarie, Stella fu riconosciuto innocente e assolto. La Magistratura con questa assoluzione avvallò quindi le dichiarazioni di Stella sul ruolo criminale dei partigiani comunisti assassini e del comandante Arrigo Boldrini alias “Bulow”, parlamentare comunista per varie legislature. Va detto per completezza di informazione che la Brigata partigiana ebbe l’ordine di catturare i ravennati da eliminare dalla federazione comunista di Ravenna, la quale a sua volta aveva ricevuto disposizioni direttamente dal comando bolognese diretto da Ilio Barontini e da Luigi Longo. L’apparato criminale del Pci quindi è responsabile degli eccidi perpetrati dai partigiani comunisti seguaci di Togliatti, che in primis dettava il “modus operandi” da seguire. ![]() L’autopsia rivelò infatti che sul suo corpo era rimasto intatto solamente un orecchio, segno evidente delle ripetute percosse con cui i “coraggiosi” combattenti della Brigata Garibaldi avevano infierito su di lei, prima di fucilarla e di abbandonarne il cadavere, nudo, nel cimitero. Oppure possiamo evincere la volontà criminale di questi “animali” comunisti senza coscienza, avidi di sangue innocente, riconoscendo i tratti criminali che si palesarono nel trattamento riservato a Mario Bubbola, il figlio del Podestà del paese. Mario, fu prelevato da casa e sistematicamente torturato e seviziato con estremo accanimento dai “partigiani”, che rivelarono così un istinto criminale talmente elevato che solo una iena sanguinaria come “Bulow” e la sua soldataglia potevano uguagliare. Gli assassini tentarono, senza riuscirci, di tagliargli il collo con il filo spinato, e non riuscendovi ripiegarono sul taglio della lingua, che gli infilarono poi nel taschino della giacca. Successivamente gli furono tagliati i testicoli, che gli furono poi messi in bocca, con evidente intento dispregiativo, rivelando un odio incommensurabile e una violenza indicibile, intollerabile, soprattutto a guerra finita. Una delle conferme di ciò che avvenne a Codevigo tra la fine di aprile e gli inizi del mese di maggio del 1945, ci viene dal diario del Parroco del paese, Don Umberto Zavattiero. Il “valoroso eroe” Arrigo Boldrini che tollerò e che anzi incentivò il ricorso a questa strategia del terrore, fu poi insignito della Medaglia d’oro al valor militare e ricoprì a lungo la carica di Presidente onorario dell’Anpi! Fu eletto deputato e poi Senatore della Repubblica tra le file del Partito Comunista Italiano, e poi dopo l’evoluzione poli-metamorfica dello stesso, confluì nel 1989 nel partito risultante, il PDS, concludendo la sua carriera di criminale comunista come deputato parlamentare. Boldrini, completamente a suo agio nel duplice ruolo di parlamentare e di criminale comunista era solito frequentare spesso l’ex partigiano e killer seriale Sidney Biggin, a Goro, per fare insieme a lui delle abbondanti mangiate di tortelloni alla zucca e di pesce fritto. Per chi non lo sapesse, Biggin compì diversi eccidi nel 1945 sconvolgendo gli abitanti di alcuni paesi del ravennate per la sua ferocia. Molti di questi criminali ebbero poi dal PCI un “premio” per aver sparso il sangue di coloro che non erano allineati all’ortodossia imposta da Togliatti, e divennero Sindaci, o vennero inserito negli organici della Polizia di Stato, oppure ricoprirono incarichi parlamentari, seguendo le camaleontiche metamorfosi del Partito. Ciò dimostra, caso mai ce ne fosse bisogno, che i cosiddetti “Democratici” di oggi, altro non sono che una “costola” del vecchio e feroce PCI del dopo guerra, al cui interno vegetano anime diverse che sono unite dallo stesso devastante ideale comunista, caratterizzato dall’odio e dalla violenza. ![]() Va ricordato che a guerra finita, nel maggio del 1945, nella sola zona di Treviso ci furono almeno 630 esecuzioni, ed altre 391 nella zona di Udine. . La Magistratura di Padova diede corso a vari procedimenti penali, che si risolsero però in un nulla di fatto, poiché i 4 partigiani della “28ma Brigata Garibaldi” inizialmente incriminati, furono tutti assolti. I Comandi della “28ma" non furono mai soggetti a procedimenti penali, e neppure quelli della “Cremona”, nonostante il fatto che fossero presenti come forze di occupazione proprio in quegli stessi territori in cui avvennero le stragi, in cui l’ordine pubblico e l’azione di Polizia era svolta dai Partigiani del CLN. L’Anpi ha sempre difeso l’operato del criminale comunista Arrigo Boldrini, asserendo che mancavano le prove del suo coinvolgimento, nonostante questi fosse al posto di Comando e che quindi fosse obbligato a impedire le stragi, oltretutto in considerazione del fatto che le vittime fossero a tutti gli effetti prigionieri. ![]() Troviamo descrizioni esaustive dell’operato criminale del comunista partigiano e assassino Arrigo Boldrini detto “Bulow” sia nel libro “1945 - Ravennati contro - La strage di Codevigo” che in quello intitolato “I grandi killer della liberazione”, entrambi ampiamente documentati e ricchi di dettagli. Arrigo Boldrini è morto il 22 gennaio 2008 all’età di 92 anni, senza avere mai, in vita, pronunciato parole di cordoglio per le sue vittime, uccise in tempo di Pace per vendetta e odio. Un odio sordo e cieco, impietoso e irrazionale, che solo i comunisti dimostrano di avere ancora oggi ! La magistratura rossa, compiacente e collusa, lo ha sempre protetto, conscia del fatto che rappresentasse l’aspetto più bieco di uno stalinismo arrogantemente reiterato, e consapevole del fatto che il dictat del PCI imponeva di uccidere chiunque potesse opporsi al piano di costituire una repubblica sovietica sul suolo italiano, trovando nella Brigata Garibaldi gli artefici interpreti materiali del piano criminale. I vertici del PCI istigavano a sparare e uccidere, e a scatenare il terrorismo che dilagherà poi nella società italiana del dopoguerra con effetti devastanti. Ad alcuni di questi criminali sono state intitolate vie e piazze nelle nostre città, come ad esempio Viale Togliatti, manifestando una arroganza e un disprezzo verso le vittime del comunismo semplicemente inaccettabile. Solo dei mentecatti seguaci di un retaggio pseudo culturale legato al marxismo possono ancora oggi celebrarne l’immagine, ma si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio ! |